Femminicidio, devastante cancro da estirpare nella nostra società

Roma 19 NOV 2023 – Di fronte all’ennesimo tragico epilogo di violenza non possiamo stare in silenzio. Con queste parole Gianluca Pietrucci commenta i gravi fatti accaduti nel Veneto, morta una ragazza di 21 anni, probabilmente uccisa dal suo ex fidanzato.  Il corpo, come già noto alle cronache è stato recuperato ieri mattina dalle forze dell’ordine in un canalone tra il lago di Barcis e Piancavallo, a Pordenone. A confermare la notizia è stata la procura di Venezia. La 22enne, come noto,  era scomparsa lo scorso 11 novembre insieme all’ex fidanzato  sul quale ora pende un mandato di cattura internazionale.

Ieri era uscito anche un video, girato dalla telecamera di sicurezza di un capannone nella zona industriale di Fossò, che mostrava di fatto  l’aggressione. Nel filmato il giovane sarebbe stato ripreso in flagranza di aggressione proprio nei pressi del ritrovamento di macchie di sangue e capelli.

Durante un’intervista rilasciata al Tgr del Veneto, il procuratore di Venezia, Gian Bruno Cherchi, ha rivolto anche un appello al ragazzo: “Non continuare in questa fuga che necessariamente finisce ma pensare di dare una sua versione dei fatti di consentire una ricostruzione che non è chiarissima e potrebbe avere spazi interpretativi e ricostruttivi diversi”.

GIANLUCA PIETRUCCI: La Piaga del Femminicidio devastante cancro della società!

“La violenza contro le donne è un flagello che persiste in molte società, manifestandosi in forme variegate e spesso devastanti. Uno degli aspetti più osceni di questa triste realtà è il fenomeno del femminicidio, un atto spregevole che arreca profondo dolore e ingiustizia. In un mondo che dovrebbe essere guidato dalla parità e dal rispetto reciproco, il femminicidio emerge come una macchia indelebile sulla nostra coscienza collettiva.

Il femminicidio, definito come l’omicidio di una donna in virtù del suo genere, è un crimine insensato e inaccettabile che colpisce le fondamenta stesse della nostra società. Le donne dovrebbero sentirsi sicure nei loro ambienti, libere di perseguire i propri sogni e di contribuire al progresso della comunità senza il costante timore di perdere la propria vita a causa della violenza.

È imperativo riconoscere che il femminicidio non è solamente un crimine individuale, ma riflette anche un sistema più ampio di disuguaglianza di genere e discriminazione. La società deve affrontare le radici profonde di questa ingiustizia, promuovendo l’educazione di genere, sostenendo leggi rigorose contro la violenza domestica e fornendo risorse adeguate per le vittime.

Le storie di aggressioni e violenze  ci sconvolgono e ci interrogano sulla natura umana. Ogni volta che una donna è uccisa a causa del suo genere, la nostra società deve fare i conti con un fallimento collettivo nel proteggere e rispettare la vita umana. Dobbiamo trasformare la nostra indignazione in azione, lavorando insieme per eliminare le radici profonde della violenza di genere.

Le istituzioni giuridiche devono garantire che i responsabili di tali crimini siano perseguiti con la massima severità della legge. Inoltre, è fondamentale promuovere una cultura che incoraggi il rispetto reciproco, l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo sperare di debellare il fenomeno e costruire una società in cui tutte le persone, indipendentemente dal genere, possano vivere libere dalla paura.

Siamo di fronte ad una piaga che richiede una risposta immediata e determinata. La nostra società deve respingere con fermezza questa forma odiosa di violenza, lavorando insieme per creare un mondo in cui ogni individuo, indipendentemente dal genere, possa vivere senza il timore di perdere la propria vita a causa della violenza di genere. Solo attraverso l’unità e l’impegno possiamo sperare di porre fine a questa triste realtà e costruire un futuro più giusto e equo per tutte le persone. Inoltre la certezza del “finepenamai” potrebbe costituire un ulteriore deterrente anche a livello di sensibilizzazione sociale”.

 

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