Roma – Il Pigneto è molto conosciuto per la sua storia e per le sue particolarità, il quartiere – come spiega Lorenzo Balla in Culturamente – è situato nel V municipio in un triangolo compreso tra Porta Maggiore, Via Prenestina, Via Casilina e Via Acqua Bullicante. Ex zona periferica e meta prediletta di artisti e intellettuali, in questo quartiere sono state girate scene di molti celebri film, come Roma Città Aperta (1945) di Roberto Rossellini e Accattone (1961) di Pier Paolo Pasolini.
Negi ultimi anni, complice la fermata della metro C, è invece diventato uno dei luoghi principali della movida capitolina, con la nascita di un fitto sottobosco culturale. Proprio in seguito all’apertura della metropolitana e all’incremento dei locali il Pigneto ha subito un forte processo di gentrificazione. La via principale prende il nome del quartiere ed inizia da una diramazione di via Prenestina. Superato il deposito dei tram, si giunge a Piazza Del Pigneto dove c’è un piccolo giardinetto.
Qui ogni mattina si tiene il mercato, con frutta e verdura fresche esposte sui banconi fino al primo pomeriggio. Proprio sull’isola pedonale sorgono molti dei locali di zona. Superato il vallo ferroviario inizia la parte più residenziale, con palazzi più alti rispetto alla media locale, per poi entrare in un comprensorio di villini unici nel loro genere. Piccole casette colorate che ricordano, più che una città, un paesino di campagna.
Molte famiglie abitano qui, dove una volta vi era una vasta pineta, da cui il nome Pigneto. La via prosegue parallela a via Roberto Malatesta e alla piazza omonima. Qui la zona prende una piega più urbana e termina mischiandosi con la vicina Torpignattara, quartiere multietnico di Roma.
Numerose sono poi le aree verdi limitrofe. Dal lato di Via Prenestina si incontrano il parco del torrione prenestino, così chiamato per il mausoleo romano al suo interno, e il parco delle energie (ex Snia Viscosa), quest’ultimo con la presenza di un laghetto.
Il Pigneto è anche proiettato al futuro. La pandemia da COVID-19 ha soltanto rallentato il processo di crescita del quartiere, ormai anche meta turistica per chi viene dall’estero. La gentrificazione favorisce l’ingresso di nuove energie, ma al contempo rischia di annacquare l’identità storica del quartiere.
Volente o nolente, parliamo di un quartiere vivo, e anche se sei solo di passaggio a Roma, non puoi non visitarlo.”