Genocidio in Palestina: Pietrucci: “una questione di giustizia globale”

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ROMA – Negli ultimi tempi, il conflitto israelo-palestinese ha rappresentato una delle crisi più dolorose e prolungate a livello globale. Recentemente, molti osservatori e analisti hanno sollevato accuse di genocidio contro il popolo palestinese, attribuendole alle azioni di Israele, spesso sostenute dagli Stati Uniti. La questione, oltre che politica e militare, solleva interrogativi morali e geopolitici di portata globale sulla guerra in atto.

Un genocidio in corso?

Le accuse di genocidio, termine che implica un’intenzione deliberata di distruggere un popolo, trovano eco persino nelle dichiarazioni di figure di spicco come Papa Francesco, che ha richiesto un’indagine approfondita per verificare tali crimini. I numeri parlano di una sproporzione impressionante tra le vittime palestinesi e israeliane, simile a quella vissuta dall’Italia sotto l’occupazione nazista durante la Seconda Guerra Mondiale, quando per ogni soldato tedesco ucciso venivano giustiziati 10 italiani. Oggi, il bilancio delle vite palestinesi è ancora più drammatico.

L’assedio e i bombardamenti hanno causato una devastazione sistematica nelle aree palestinesi, aggravata da decenni di occupazione, blocchi economici e limitazioni ai diritti fondamentali. In questo contesto, le responsabilità internazionali non possono essere ignorate: gli Stati Uniti, attraverso il loro sostegno economico e militare a Israele, giocano un ruolo cruciale nel perpetuare il conflitto.

Gli interessi in gioco: risorse e geopolitica

La questione palestinese si inserisce in un panorama geopolitico molto più ampio. Qual è il vero obiettivo del conflitto? Alcuni suggeriscono che si tratti delle risorse naturali e della posizione strategica della Palestina, altri vedono in questo teatro un preludio a tensioni più vaste, coinvolgendo potenze come l’Iran e la Russia.

L’Iran, con i suoi immensi giacimenti energetici, rappresenta una pedina cruciale nello scacchiere globale. Non sorprende che la destabilizzazione della regione sia parte di strategie che mirano a controllare il Medio Oriente. Inoltre, l’ipotesi di un conflitto diretto con la Russia appare improbabile ma non impossibile: Mosca, con i suoi 25 milioni di uomini arruolabili e un arsenale nucleare di circa 6.300 testate, è una potenza con cui nessuno vuole uno scontro diretto.

Non si può trascurare, poi, la complessa dinamica interna di Israele, che vede una forte componente di immigrati russi e oligarchi di origine ebraica che influenzano le scelte geopolitiche di entrambe le nazioni.

La soluzione: due popoli, due Stati

A lungo, la comunità internazionale ha indicato come unica soluzione possibile la creazione di due Stati indipendenti, uno israeliano e uno palestinese. Questo approccio, delineato anche in diversi articoli di stampa a livello geopolitico, mira a garantire a entrambi i popoli il diritto alla sovranità e alla sicurezza.

Tuttavia, questo obiettivo sembra ancora lontano, ostacolato da politiche di espansione territoriale, divisioni interne e la mancanza di una volontà politica condivisa. Finché le dinamiche di potere internazionale continueranno a prevalere sui diritti umani, la pace rimarrà un miraggio.

Conclusione: una chiamata alla giustizia

La tragedia palestinese non è solo un problema regionale, ma un fallimento globale. I governi, le istituzioni e i cittadini del mondo devono riconoscere l’urgenza di un intervento umanitario e diplomatico che ponga fine a decenni di sofferenza. Ignorare il grido del popolo palestinese significa accettare un mondo in cui la giustizia è sacrificata sull’altare degli interessi geopolitici e delle logiche economiche.

La soluzione non è semplice, ma è necessaria. Due popoli, due Stati, in cui entrambi possano vivere con dignità e sicurezza, rappresentano l’unica via per trasformare un conflitto sanguinoso in un’opportunità di pace e convivenza.

E dunque l’azione repressiva di Hamas dell’ottobre 2023 è indubbiamente da condannare , ma altrettanto e di più lo è quella Israeliana e chiediamoci, inoltre  se Putin è accusato di essere  un criminale di guerra, allora Netanyahu che cosa è ?

@gianlucapietrucci.it

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