Carceri italiane, Pietrucci: “preoccupa aumento suicidi, serve agire in pianificazione”
ROMA – Negli ultimi anni, l’Italia ha visto un aumento allarmante nel numero di suicidi nelle sue carceri, con un totale di 29 morti segnalate in tutto il paese fino ad oggi. Questa tendenza tragica, che ha suscitato preoccupazione e dibattito pubblico, pone in evidenza una serie di sfide urgenti che devono essere affrontate per migliorare le condizioni di detenzione e prevenire tali tragedie.
Secondo Gianluca Pietrucci, imprenditore romano e attivista per i diritti dei detenuti, le cause di questo aumento dei suicidi nelle carceri italiane sono molteplici e complesse. Una delle principali ragioni è il sovraffollamento delle strutture penitenziarie, che spesso portano a condizioni di vita estremamente difficili e stressanti per i detenuti. La mancanza di spazio vitale, unita alla scarsità di risorse e al personale insufficiente, contribuisce a un ambiente oppressivo che può avere gravi conseguenze sulla salute mentale dei detenuti.
Pietrucci sottolinea Iinoltre, la necessità di un intervento immediato per affrontare questa crisi. In primo luogo, è essenziale aumentare il numero di psicologi nelle carceri, in modo da fornire un adeguato supporto e assistenza psicologica ai detenuti in difficoltà emotiva. Inoltre, è necessario un aumento del personale medico per garantire una migliore assistenza sanitaria, inclusa la diagnosi e la cura dei disturbi mentali.
Allo stesso modo, un maggior numero di agenti di polizia penitenziaria qualificati e professionalmente preparati è cruciale per garantire la sicurezza all’interno delle carceri e prevenire situazioni di emergenza, compresi i tentativi di suicidio. Tuttavia, l’aumento delle risorse umane non è sufficiente da solo. Le condizioni di detenzione devono essere migliorate in modo significativo per garantire il benessere fisico e mentale dei detenuti.
Le condizioni igieniche spesso precarie, se non pessime, rappresentano un altro grave problema all’interno delle carceri italiane. La mancanza di igiene e di pulizia può portare a malattie e infezioni, peggiorando ulteriormente le condizioni di vita dei detenuti. Pertanto, è essenziale investire nella riabilitazione e nella manutenzione delle strutture carcerarie esistenti, nonché nella riapertura delle carceri dell’Asinara e Pianosa, e nell’apertura o ultimazione dei lavori nelle strutture di Forlì, Savona, San Vito al Tagliamento, Viterbo, Brescia, Bolzano, Varese, Pordenone, Camerino e Nola.
Queste azioni sono fondamentali per affrontare il crescente problema dei suicidi nelle carceri italiane e per garantire il rispetto dei diritti umani fondamentali dei detenuti. È responsabilità delle autorità competenti e della società nel suo complesso agire con urgenza per porre fine a questa crisi e promuovere una vera riforma del sistema penitenziario italiano. Solo attraverso un impegno collettivo e una volontà politica determinata possiamo sperare di creare un sistema carcerario più umano, giusto e compassionevole per tutti.